RUBRICA DELLA SALUTE DEL   LUNEDI

Lo StarGate della Salute – L’Uomo Nuovo

A   cura   di   Villaggio   Ranco

 

Benvenuti alla NONA puntata della Rubrica della Salute.

L’ARGOMENTO DI QUESTA SERA:

PASSEGGIATE DI SALUTE: IL SENTIERO DEL BEATO LANDO

Non c’è cosa più salutare che farsi una bella passeggiata da soli o in buona compagnia in un bel paesaggio dai profumi avvolgenti lasciando che la Natura ci stupisca e ci regali nuove gioie e nuove scoperte. In alcuni casi anche un piccolo bastone dalla forma strana può essere la risposta ad una nostra esigenza o bisogno. IN NATURA NULLA AVVIENE PER CASO. Un fiore, una pianta, una foglia, uno spino che ci richiama alla sua attenzione per il suo colore, la sua forma o per qualsiasi altra eventualità può esserci utile nella terapia di qualche nostra problematica. NULLA IN NATURA AVVIENE PER CASO.

 

Tremila, duemila, mille anni fa l’avevano già scoperto gli uomini preistorici, i conquistatori romani, i mercanti medievali. Se si prende una carta geografica si scopre che questo tracciato è ‘secundum coelum’, seguendo esattamente la direzione sud – nord, cioè secondo le indicazioni che davano il sole e le stelle quando ancora non c’era la bussola.

Se dall’alto di un monte si guarda questo asse direzionale ci si accorge che esso è il più basso fra un movimentato accavallarsi di rilievi collinari e solchi fluviali che dall’Appennino umbro – marchigiano scendono verso il mare Adriatico. Il nome del villaggio di Camino di Lunano non deriva da quello di un comignolo o da altre stravaganti origini, ma da ‘cammino’: si trattava di un punto di riferimento concreto della pista battuta, che allora era percorsa a piedi, o da viaggiatori a cavallo, o da animali da soma.

Questa era la via diretta fra Gubbio e Rimini, giornalmente percorsa da viandanti, mercanti, pellegrini, soldati di ventura, mendicanti, giramondi, uomini religiosi e donne di buonaffare.

Tenuto conto dello stato delle strade e dei mezzi di trasporto, la mobilità delle persone antiche era incredibile, come risulta dai documenti.

Ecco che allora si spiega ciò che è scritto in due pergamene che si conservano ancora all’Archivio vescovile di Gubbio. La prima è dell’anno 1161 e riguarda la donazione al vescovo eugubino di terre situate ‘in Lupaiolo et in Petra Faniana’. La seconda è dell’anno 1170 e in essa si cede un altro terreno nel comitato di Montefeltro, nella corte del castello di Lunano e nella parrocchia di S. Maria di Pozzuolo. La diocesi di Gubbio, dunque, aveva tante proprie stazioni intermedie per poter arrivare nella zona di Monte Cerignone e nella vicina Valle del fiume Conca, dove ancora un secolo dopo – nel 1288- continuava ad avere ampi possedimenti terrieri nella corte di Castel Begni. La documentazione storica conferma questo percorso viario fra Gubbio e Rimini, di cui un tratto è quello fra Lunano e Pietra Fagnana, che riguarda questo itinerario.

Siamo nelle Marche del Nord, nel bacino del Fiume Foglia, versante settentrionale, nella parte nord-occidentale della Provincia di Pesaro e Urbino com­preso nei confini amministrativi di Pietrarubbia, Lunano, Piandimeleto e Sassocorvaro e apre a Est verso il bacino del Torrente Mutino e a Ovest verso il bacino del torrente di San Mar­tino.

Il percorso ha punte di quota max di 735 m. s.l.m. e min. di 285 m s.l.m. elevandosi su un paesaggio ben differenziato per le caratteristiche geologiche, ge­obotaniche, climatiche e microclimatiche le quali permettono, nonostante la modesta esten­sione, la presenza di una ornitofauna e di una vegetazione che altrove sono già scomparse.

Paesaggisticamente funge da linea di separazione tra il paesaggio delle vette (M.te Vettore, M.te Catria, M.te Acuto, M.te Nerone, M.te Petrano, Alpe della Luna, M.te Fumaiolo e M.te Carpegna) e quello più dolce e collinare toscano che s’intravede alla sinistra del Sasso Simoncello.

Dista 3,7 km dall’area contigua del Parco Naturale Regionale del Sasso Simone e Simoncello.

L’area colorata rappresenta l’estensione del Proposto Sito di Interesse Comunitario: p(SIC) “IL LOGO”.

Il sentiero offrirà alla curiosità di un lettore e di un visitatore attento tanti particolari che il quadro ambientale cela a chi dà un solo sguardo d’insieme.

Come primo impatto si tratta di saper cogliere istintivamente tutte queste immagini visive, per poterle rivivere oggi, immersi nell’ambiente di ieri.

 

Che si inizi il cammino dal lato della Pietrafagna (Pietrarubbia) o da quello del Castello di Lunano il sentiero comincia salendo verso il Lupaiolo.

Dal lato della Pietrafagna si attraversano coltivi ricchi di siepi

tra le più diverse aprendo lo sguardo verso il monte Montone, San Marino, Pietrarubbia, Sant’ Arduino e il Monte della Fagiola a Est e il Parco Naturale Regionale del Sasso Simone e Simoncello in cui è ben visibile la Cerreta più grande d’Europa e il Convento della Pieve di Carpegna a Ovest.

Tra frassini, carpini, roverelle, frutta selvatica, vescicarie, filliree e osiridi si scoprono Carpegna, Frontino, l’Abbazia del Mutino (Monastero), Cavoleto, il Castello dei Conti Oliva di Piandimeleto, Monte altavelio, Montegrimano e il mare.

Dal lato del Castello di Lunano tra edere, ginestre, roverelle, lecci, ginepri rossi, gigli rossi, e la piccola Migella damascena a Est si scoprono le Pescaie (Miniere di Zolfo), il Convento di Monte Illuminato, San Martino, Maiano, Piagnano, Ranco, Caresto e a Ovest il Peglio, le vette del M.te Vettore, del M.te Catria, del M.te Acuto, del M.te Nerone, dell’Alpe della Luna e la piccola ma interessante Valle del Mutino in cui sono ancora presenti resti di antichi mulini.

Si arriva così al Lupaiolo dove tutto si scopre e i paesaggi si uniscono offrendo uno sguardo d’insieme unico, a 360 gradi.

Qui non si può che contemplare la bellezza del creato e ricordare il cantico delle creature di San Francesco e volgere lo sguardo verso il Logo: “locus heremiticus” francescano.

 

Buon cammino …..

 

 

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